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La sede della Corte penale internazionale all'Aia La sede della Corte penale internazionale all'Aia 

Israele, la rabbia di Netanyahu per l'accusa della Corte penale internazionale

Il premier israeliano al contrattacco dopo il mandato d'arresto internazionale dell'Aia per lui e per l'ex ministro della difesa Gallant, con l'accusa di crimini di guerra a Gaza. "Nessuna scandalosa decisione anti-israeliana ci impedirĂ , e mi impedirĂ , di continuare a difendere il nostro Paese"

Marco Guerra – Città del Vaticano

Netanyahu e altri leader israeliani hanno condannato la richiesta di mandati di arresto spiccati dal procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan come “vergognosa e antisemita”. "Nessuna scandalosa decisione antiisraeliana ci impedirà, e mi impedirà, di continuare a difendere il nostro Paese. Non ci arrenderemo”, ha detto il premier israeliano.

Anp plaude ad inizativa Corte

Dal canto suo l’Autorità nazionale palestinese ha accolto con favore la decisione della Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e l'ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, per "crimini di guerra e crimini contro l'umanità". Lo rende noto l'agenzia di stampa palestinese "Wafa". L'Anp ha sottolineato che "la decisione della Cpi ripristina la speranza e la fiducia nel diritto internazionale e nelle sue istituzioni, e l'importanza della giustizia, della responsabilità e del perseguimento dei criminali di guerra". Secondo i giudici, i leader israeliani avrebbero usato come metodo di guerra la privazione di cibo, acqua, elettricità, carburante e medicine nella Striscia di Gaza, provocando la morte di civili a causa di malnutrizione e disidratazione.

Corte riconosciuta da 124 Paesi

La Corte penale internazionale è un organo indipendente istituito nel 2001 attraverso un trattato chiamato Statuto di Roma di cui fanno parte 124 paesi, compresa l’Italia. Israele non ha firmato lo Statuto e quindi non riconosce la giurisdizione della Corte. Lo stesso vale per gli Stati Uniti, la Russia e la Cina. La Casa Bianca ha infatti condannato fermamente la sentenza, mentre la Pechino ha chiesto alla Corte di mantenere una “posizione oggettiva”. Toni accesi da parte dell’Iran, il capo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, il generale Hossein Salami, ha definito il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale come la "fine e la morte politica" di Israele. Infine il premier ungherese Orban sfida la comunità internazionale e invita Netanyahu in Ungheria.

44mila morti a Gaza da inizio conflitto

Intanto sul terreno proseguono i combattimenti. Dall’inizio del conflitto armato a Gaza, secondo il ministero della Sanità controllato da Hamas, le vittime nella Striscia sono state 44.056, i feriti oltre 100mila. Solo nelle ultime 24 ore si contano 77 morti a causa dei bombardamenti israeliani e tra questi anche un alto comandante del gruppo terroristico palestinese della Jihad islamica. Nuovi raid anche sul Libano, in particolare sulla periferia sud di Beirut, due dei quali hanno preso di mira il quartiere di Hadath, vicino al villaggio di Kafaat. In precedenza l'Idf aveva emanato alcuni ordini di evacuazione dalla zona per i civili.

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22 novembre 2024, 10:21