蜜桃交友

di Pierluigi Sassi

Un antico proverbio cinese recita che «il ricco trova parenti anche fra gli sconosciuti; il povero trova sconosciuti anche fra i parenti». La Cop29 sta cercando di comporre il difficilissimo dialogo tra ricchi e poveri del mondo: 193 Paesi delle Nazioni Unite sono riuniti a Baku con l鈥檕biettivo di creare il presupposto fondamentale per affrontare una crisi climatica senza precedenti. Oltre 50 mila delegati sono venuti in Azerbaigian per definire gli urgentissimi investimenti necessari a garantire lo sviluppo sostenibile dei paesi poveri, senza il quale l鈥檈cosistema terrestre, già al limite del 鈥渃ollasso鈥�, rischia di produrre un numero mai visto di vittime ambientali, e danni economici irreparabili.

Mentre tutto questo avviene, i paesi ricchi hanno avuto la loro riunione 鈥減rivata鈥� proprio in Brasile, Paese che nel 2025 ospiterà la trentesima Cop. Tutti hanno sperato che la circostanza del contemporaneo G20 offrisse l鈥檕ccasione giusta per semplificare il dialogo tra ricchi e poveri e dare la spinta decisiva ai negoziati sul clima. Tutti pensavano che non ci potesse essere occasione migliore per compattare su una posizione finanziaria accettabile le 20 economie più floride ed inquinanti del pianeta. Ma non è andata così. Anzi, per dirla tutta, il G20 non ha prodotto un risultato credibile né per la Cop29 né per i suoi stessi obiettivi.

A Rio de Janeiro, l鈥檕ng Oxfam ha presentato i suoi sconvolgenti dati sulle disuguaglianze, verso i quali evidentemente i grandi della terra hanno ormai sviluppato una solida 鈥渋mmunità di gregge鈥�. L鈥�1% più ricco della popolazione di questi 20 Paesi 鈥� nei quali concentra l鈥�85% del pil mondiale e l鈥�80% delle emissioni globali di Co2 鈥� ha visto crescere la propria ricchezza del 150% in soli vent鈥檃nni arrivando ad un valore pari ai due terzi del pil mondiale.

Forse la cosa non ha colpito molto la presidenza del G20, visto che il Brasile è il Paese dove si registrano le più drammatiche disuguaglianze al mondo, con l鈥�1% della sua popolazione che detiene una ricchezza equivalente al 48% più fragile. Di fatto le 鈥渢iepide鈥� e vaghe dichiarazioni fatte dal G20 sul clima 鈥� come su tutti gli altri temi sociali, quali fame, povertà, giustizia fiscale, transizione energetica, riforma della governance globale 鈥� hanno inferto un duro colpo ai negoziati della Cop29 già gravemente complicati dall鈥檈sito delle elezioni americane e dalle guerre in corso.

L鈥檃ria che si respira oggi allo Stadio Olimpico di Baku non è certo quella della fiducia. Mancano ancora due giorni e la speranza, si sa, è sempre 鈥渓鈥檜ltima a morire鈥�. Una cosa però è certa: se questa Cop così importante fallirà, il significato stesso dei negoziati mondiali sul clima delle Nazioni Unite cambierà inesorabilmente. Sarà infatti evidente a tutti che da questi consessi non può arrivare una soluzione audace ed ambiziosa per salvare l鈥檜manità dalla più grave crisi di sempre. E a quel punto sarà molto meglio che tutti, nessuno escluso, si rimbocchino le maniche.