Nobel per la pace a Nihon Hidankyo per dire no alle bombe atomiche
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“Onorare tutti i sopravvissuti che, nonostante le sofferenze fisiche e i ricordi dolorosi, hanno scelto di utilizzare la loro costosa esperienza per coltivare la speranza e l'impegno per la pace”. Con questa motivazione è stato assegnato, oggi ad Oslo, il premio Nobel per la Pace all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo che raggruppa quanti riuscirono a salvarsi dai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
Prezioso contributo
La testimonianza di queste persone - che con un termine giapponese vengono definite Hibakusha - sono state utili “a descrivere l'indescrivibile, a pensare l'impensabile e in qualche modo a comprendere la pena e la sofferenza causata dalle armi atomiche”, ha fatto sapere il comitato norvegese dei Nobel. La decisione di assegnare questo importante riconoscimento a Nihon Hidankyo è stata presa per rendere solenne omaggio al formidabile e costante contributo dell’associazione nipponica nel diffondere una cultura internazionale di contrasto agli armamenti atomici che, con il tempo, sono stati considerati inaccettabili.
Tabù sotto pressione
E’ quindi assurdo, secondo il comitato, che proprio questo tabù ora sia messo sotto pressione: “Le potenze nucleari stanno modernizzando e migliorando i loro arsenali, altri Paesi appaiono pronti ad acquisire armi nucleari e vengono fatte minacce di usare armi nucleari in guerra in corso. In questo momento della storia umana vale la pena ricordarci che le armi nucleari sono le armi più distruttive che il mondo abbia mai visto”.
Futuro a rischio
Nella motivazione dell’assegnazione del Premio si legge anche una forte preoccupazione per una possibile escalation atomica che le guerre in Ucraina e Terra Santa potrebbero riservare in un breve futuro: “Le armi nucleari odierne hanno un potere distruttivo molto maggiore. Possono uccidere milioni di persone e avrebbero un impatto catastrofico sul clima. Una guerra nucleare potrebbe distruggere la nostra civiltà”.
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