Ucraina: diplomazia alla ricerca di una strada per evitare la guerra
Guglielmo Gallone, Giancarlo La Vella e Luca Collodi – Radio Vaticana
La Casa Bianca farà oggi il punto con i leader di Unione Europea e Nato sul rafforzamento della presenza militare russa al confine con l’Ucraina. Inoltre c’è attesa per la due giorni della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che avrà proprio l’Ucraina come tema. Intanto, una nota di Washington ribadisce che la parziale ritirata delle truppe russe è un espediente deliberato per ingannare Stati Uniti e altre potenze mondiali. Nel frattempo, il segretario di Stato americano Blinken ha accettato di incontrare, la prossima settimana, il ministro degli esteri russo, Lavrov, a condizione, dice Washington, “che non ci siano invasioni dell’Ucraina da parte russa”. “Il dialogo con la Russia è imprescindibile” ha sottolineato il ministro degli esteri italiano di Maio, dopo il suo viaggio a Kiev e Mosca. E ieri il premier italiano Draghi ha detto che una sua visita al Cremlino potrebbe avvenire “nei prossimi giorni”, evento su cui lo stesso Cremlino sta lavorando, ma ancora non è stata fissata una data certa. Si mobilitano anche le Nazioni Unite: il capo degli affari politici dell’Onu chiede “massima moderazione”. Sul fronte diplomatico imminente anche una riunione del G7.
Tensioni sul terreno
Nel frattempo, i bombardamenti dei separatisti filorussi nel Donbass, avvenuti ieri mattina, hanno provocato quattro feriti. Kiev ha denunciato che sono avvenute 60 violazioni del cessate il fuoco in vigore nella regione separatista. C’è il timore che con queste azioni ci si prepari ad un conflitto di più ampie proporzioni. Varie fonti parlano di un costante e continuo aumento di truppe russe al confine ucraino, Michael Carpenter, ambasciatore degli Stati Uniti presso l'Osce, ha parlato di 190mila militari russi "dentro e vicino" l'Ucraina, un numero di truppe significativamente più alto di quanto precedentemente noto. La Polonia intanto ha annunciato che è pronta ad aiutare gli ucraini costretti a lasciare il Paese in caso di invasione russa.
Blaszczak. Tra paura e speranza
In queste ore la popolazione ucraina vive con un misto di calma e di timore a causa della pressione a cui tutto il Paese è sottoposto da settimane. Lo afferma, ai microfoni di Radio Vaticana – Pope, don Moreno Cattelan, missionario orionino a Kiev.
La capitale si sta comunque preparando al peggio ed è stato organizzato un piano di evacuazione. I sinora falliti tentativi diplomatici, afferma il religioso, non fanno che acuire la paura tra la gente. In questo frangente i missionari orionini hanno scelto di rimanere accanto ai propri parrocchiani, anziché rientrare nei Paesi di origine. “Rimaniamo qui con la nostra gente nel segno della testimonianza evangelica, della solidarietà e della vicinanza a questo popolo che amiamo e con il quale siamo da più di 20 anni”, ha concluso padre Cattelan.
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