Partire da turista e arrivare pellegrino sui passi di Francesco
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Una guida che fa scoprire le bellezze di un’Umbria meno conosciuta eppure ricca di storia, di fede e di arte. È quella che emerge ne “Il Cammino dei primi Francescani in tasca” ispirata dai santi Berardo da Calvi, Ottone da Stroncone, Adiuto e Accursio da Narni e Pietro da Sangemini: frati minori che animati dall’amore del Vangelo arrivano in Marocco nel 1220 e qui trovano la morte.
Tesori sconosciuti
La guida di 224 pagine è composta da foto e cartine a colori, disegna un cammino che parte da Terni e si snoda fra boschi e colline, seguendo i luoghi legati alla memoria dei francescani martirizzati. Un libro, sottolinea il suo autore Alessandro Corsi, priore della Compagnia dei Romei di San Michele Arcangelo e promotore del Cammino dei Protomartiri Francescani, frutto anche del cammino di Santiago De Compostela, il pellegrinaggio a piedi per eccellenza. Ma nasce anche dall’amore per la propria terra, da tesori sconosciuti ai più eppure ricchi di fascino. Terni ma anche lo Speco di Narni, tanti spunti per una guida che offre indicazioni utili ma soprattutto vuole far riscoprire il valore della testimonianza cristiana offerta dai primi francescani.
A piedi per trovarsi
“Il cammino è sempre una ricerca di sé – spiega l’autore – una risposta alle proprie domande, al senso della propria vita”. Nell’introduzione del volume, monsignor Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca, sottolinea come “la scommessa di questo cammino sta nella valorizzazione della spiritualità francescana orientata all’armonia con Dio, con il fratello e con la creazione”. Aggiunge poi che “tutti i cammini che non prestano attenzione alla dimensione interiore non avranno vita lunga”.
Anche Sant’Antonio di Padova
“Il cammino è la meta della nostra vita – afferma Alessandro Corsi - perché nel cammino c'è la salita dei giorni tristi ma anche la discesa di giorni di gioia. Camminando ti accorgi che un'altra cosa importante è il concetto dell'essenzialità, lo zaino è la tua casa, ti accorgi che per vivere bene basta poco, ti accorgi che tante cose anche nella nostra vita sono superflue”. “La gente anche se parte turista – sottolinea l’autore - poi arriva pellegrino perché comunque una trasformazione dentro di sé c’è, alcuni la chiamano la folgorazione della via di Damasco altri l’incontro sulla strada di Emmaus”. Non sembra un caso però che il primo testimonial del Cammino dei Protomartiri e della sua capacità di innescare un cambiamento interiore è Sant’Antonio di Padova, che decise di farsi francescano dopo l’incontro con le salme di quei primi frati uccisi per il Vangelo, riportate in Europa dal Marocco.
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