Le Sorelle Dayak, il Vangelo nella foresta del Borneo
Pope
Il Borneo, isola divisa tra Indonesia, Malesia e Brunei, contiene una delle tre maggiori foreste tropicali della nostra Terra, assieme all’Amazzonia e al Bacino del Congo. Spesso quando pensiamo alle foreste vengono in mente immagini distaccate dalle nostre società, eppure sono luoghi abitati da grandi comunità indigene, ricchi di tradizione e di vita, e dove la Chiesa locale è attiva, vivace e creativa. Lo dimostra questo docufilm in cui le suore di etnia Dayak vivono e operano insieme ad un gruppo indigeno, ciò che spicca maggiormente è l’armonia e un bel connubio tra i costumi e le tradizioni Dayak e la vita religiosa nei remoti villaggi pluviali di Sintang e Temanang.
Una Chiesa giovane e solidale
Con la visita del Santo Padre in Indonesia alle porte, questo breve documentario mostra soltanto una delle tante realtà presenti nell’arcipelago, nel mezzo appunto della foresta del Borneo. Quello che scorre nelle immagini è la quotidianità delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida, quasi tutte di etnia Dayak, dedite ad attività di sostegno alla comunità, come la gestione della scuola materna e l’istruzione, la vita nel convento, tra momenti di preghiera con le giovani Dayak e allegri karaoke e spettacoli attorno al fuoco. Il documentario è curato da Marianna Beltrami e Sebastiano Rossitto, giovani documentaristi che, rispettivamente dal Regno Unito e dall’Italia hanno raggiunto le Sorelle Dayak per vivere un’esperienza di Chiesa giovane e sinodale, dove l’ecologia integrale è intrecciata nel tessuto quotidiano, comunitario e spirituale che fa eco alle parole del Papa espresse nell’enciclica Laudato si’.
L'accoglienza della comunità indigena
L’accoglienza per la troupe è stata ricca di emozioni. Temanang è un paesino nella foresta accessibile solo con quattro ore di macchina su strada sterrata, tra l’altro a partire da Sintang, che a sua volta è a otto ore di distanza dalla città principale, Pontianak. La zona non è frequentata dal turismo, perciò avere ospiti ha generato grande emozione e “orgoglio” in tutti gli abitanti. L’accoglienza, che si può intravedere nei primi minuti del documentario, è stata commovente: una cerimonia dove gli anziani hanno donato a ciascuno dei membri della troupe una stola e un cappello con tipici ricami Dayak. Emozionanti anche i saluti principali da parte del capo villaggio, del sacerdote, del catechista, e dalle donne, seguiti da una mattinata intera di danze da parte dei gruppi di ogni età, dai cinque ai quarant’anni. Di ritorno a Sintang, base vera e propria delle Suore, la troupe ha sperimentato e vissuto ulteriori festeggiamenti dei gruppi Dayak, felici di poter mostrare alle telecamere le proprie bellissime tradizioni e danze.
Un modello di ecologia integrale
Si tratta di realtà dove rimane tutto autentico e dove la presenza della Chiesa, che sarà confermata nella fede dalla presenza del Successore di Pietro, non fa che arricchire un tessuto sociale già caratterizzato da un forte senso comunitario, senza imporre altri modi di essere ma intrecciandosi con armonia e pace tra loro e con il Creato. Di questo, le suore sono un grande esempio e in questi luoghi remoti, lavorando insieme agli autoctoni, sono riuscite a realizzare un microcosmo dell'ecologia integrale, dove l'uomo è solidale con l'uomo e con la natura senza pratiche abusive e sfruttamento. Ricordiamo che il viaggio del Papa in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste e Singapore si svolgerà dal 2 al 13 settembre prossimi con almeno una dozzina di discorsi, quattro omelie, tante quanti sono i Paesi che Francesco visiterà nell’arco di dodici giorni. Si tratta del più lungo pellegrinaggio internazionale del pontificato di Bergoglio. Mai prima d’ora infatti era stato fuori dal Vaticano così a lungo e così lontano.
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