"Tutti fratelli per l'ecologia integrale", presentata a Roma la Guida della Focsiv
Alessandro Guarasci e Adriana Masotti - Città del Vaticano
"Oggi il mondo ha bisogno di pace fondata sulla giustizia tra i popoli: una giustizia sociale ed ecologica. L’amore sociale della cooperazione dovrebbe guidare i passi di tutte le persone di buona volontà, degli artigiani di pace, dei politici al servizio del Bene comune". È la premessa con cui il comunicato della Focsiv (Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana), introduce la sua Guida per la cooperazione tra i popoli intitolata “Tutti fratelli per l'ecologia integrale", presentata nel pomeriggio di oggi presso la sede dell'agenzia stampa DIRE a Roma. Nella pubblicazione alcune lezioni apprese per costruire la giustizia e la pace e, grazie all’analisi di 13 buone pratiche condotte dall’America Latina, all’Africa, all’Asia, l'indicazione di dieci ingredienti per una cooperazione "fondata sul partenariato alla quale la politica dovrebbe fare riferimento".
La presentazione del volume e gli altri interventi
Dopo i saluti della presidente Focsiv, Ivana Borsotto, e del direttore dell'Agenzia DIRE, Nico Perrone, la volontaria dell'ACCRI associata alla Federazione, Alice Liani, e padre Michno della Caritas dell'Ecuador hanno illustrato la Guida, a cui sono seguiti numerosi interventi: don Jostrom Kureethadam sdb, settore ecologia del Dicastero vaticano per lo sviluppo umano integrale; Francesco Corvaro, inviato speciale per il cambiamento climatico del ministero Ambiente e Sicurezza Energetica; don Bruno Bignami, direttore Ufficio nazionale problemi sociali e del lavoro della Conferenza episcopale italiana; Edmondo Cirielli, vice ministro presso il ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. A tirare le conclusioni dell'incontro monsignor Luigi Bressan, arcivescovo emerito di Trento e rappresentante CEI in Focsiv.
La logica di un vero partenariato tra i popoli
La logica su cui si muove la Focsiv e che da diversi decenni molti organismi a lei collegati operano "in fratellanza con le comunità locali del Sud del mondo", ora, di fronte alle nuove tensioni, ai conflitti e alle guerre, "appare come l’unica risposta e prospettiva seria di costruzione di un mondo migliore", si legge nella Guida. Dieci gli elementi qualificanti emersi dalla pratica e che qui si descrivono "di quello che dovrebbe essere un vero partenariato tra popoli". Vanno dalla consapevolezza delle cause alla radice delle attuali crisi, alla proposta di processi di sviluppo alternativi fondati sulle culture ed i popoli locali; dalla necessità di impostare la cooperazione come processi, nell’incontro e in relazione con l’altro, a quella di porre al centro la voce delle donne e dei giovani".
Più investimenti per la cooperazione internazionale
La pubblicazione, secondo la Federazione vuol essere anche "un messaggio e una richiesta di dialogo in particolare allo Stato italiano, al parlamento e al governo, alle sue istituzioni, ma soprattutto ai cittadini, affinché si rifletta sulla cultura della cooperazione che "deve crescere qualitativamente e quantitativamente". Ad oggi, infatti gli investimenti per la cooperazione sono minimi, si avverte, essendo l'Italia ben lontana dall’impegno preso ancora negli anni ’70 per lo 0,7% del reddito nazionale lordo da destinare per l’aiuto pubblico allo sviluppo.
Fondamentale l'autodeterminazione delle comunità
L'economista Andrea Stocchiero è policy officer presso la Focsiv e coordinatore di ricerca nel CeSPI, Centro Studi Politica Internazionale. Al suo attivo oltre trent'anni di esperienza professionale nel campo dell’economia dello sviluppo e della cooperazione. Con l’assistenza di Marta Morgante dell'Ufficio Policy Focsiv, è lui ad aver curato la Guida che, dopo la presentazione di tredici buone pratiche, si conclude analizzando gli spunti per la cooperazione internazionale che provengono dall'enciclica , dall'esortazione apostolica post-sinodale sull'Amazzonia e dal dialogo di Papa Francesco con i Movimenti Popolari.
Ai media vaticani Stocchiero spiega l'importanza del protagonismo e dell'autodeterminazione delle comunità locali che la cooperazione internazionale deve limitarsi ad accompagnare e sostenere ponendosi in loro ascolto. L'economista indica poi tre elementi essenziali su cui agire: l'educazione delle persone, perché, spiega, "senza formazione, senza educazione, rispetto dell'uomo, crescita delle capacità, delle conoscenze non c'è vero sviluppo, naturalmente a partire dalla valorizzazione di quelli che sono i saperi locali". Il secondo elemento è la formazione di leadership che sappiano realizzare dei cambiamenti e, infine, il rafforzamento dell'organizzazione locale "per modificare le strutture di potere che continuano a portare lo sfruttamento delle persone e della natura. C'è bisogno - aggiunge - di rafforzare quei Movimenti Popolari che Papa Francesco, per esempio, ha chiamato negli ultimi anni a un dialogo con la Chiesa"
Un progetto in Bolivia nato dall'ascolto
Una delle buone pratiche di cooperazione internazionale di cui si occupa la Guida è il progetto, ancora in fase di attuazione, per la costruzione di una rete idrica di acqua potabile che dovrebbe servire circa 6 mila persone di alcuni villaggi attraversati dal fiume San Isidro, nella regione di Santa Cruz in Bolivia. A seguire sul posto i lavori sono stati Alice Liani con il marito Andrea Peraz, volontari dell'ACCRI, Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale che ha sede a Trieste, ora rientrati in Italia. Intervenuta per la presentazione della Guida oggi a Roma, Alice Liani ha raccontato a Radio Vaticana - Pope l'esperienza vissuta sottolineando il lungo impegno di ascolto portato avanti con le comunità locali per conoscere le loro volontà ed esigenze. "I primi sei mesi - ricorda - sono stati veramente di ascolto, sei mesi in cui non abbiamo agito ma abbiamo appunto conosciuto e ascoltato, poi a un certo punto le persone sono venute da noi chiedendoci di sapere di questo progetto della rete idrica e proprio da lì è partita una relazione di collaborazione con le comunità". Un esempio, appunto, di come solo nell'ascolto dei popoli la cooperazione può dare frutti.
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