La Uisg guarda al futuro con le missionarie del continente digitale
Alice Callegari - Città del Vaticano
A 60 anni dalla promulgazione del Decreto conciliare , la vita religiosa prende sul serio l’invito della Chiesa ad abitare il digitale, con consapevolezza e professionalità. La Uisg, l’Unione internazionale superiore generali, ha presentato oggi, 4 dicembre, in un incontro svoltosi online e in presenza, presso la sua sede a Roma, la pubblicazione . Si tratta di una ricerca effettuata su un campione di 300 congregazioni religiose femminili sulla realtà della comunicazione.
Il testo di quasi 120 pagine presenta dati quantitativi e qualitativi della vita religiosa femminile su un aspetto particolarmente interessante perché, come si legge nelle prime pagine del documento, “non esiste nulla sulla comunicazione della vita religiosa femminile: né studi né pubblicazioni; l’eccezione sono alcune tesi nelle università pontificie, frutto dell’iniziativa personale di religiose. Nulla di strutturato e istituzionale”.
L’impegno per i prossimi anni
Altro momento rilevante è stata la presentazione della : un impegno per i prossimi anni”: un decalogo di impegni, scelto dalle comunicatrici stesse, per una comunicazione digitale più professionale nella vita consacrata. Alcuni punti importanti di questo testo mettono in evidenza l’importanza, per le Congregazioni religiose, di avere delle missionarie digitali per creare ponti di comunione e dialogo nel sesto continente, quello digitale, ma anche imparare a comunicare andando oltre la pura informazione, rafforzare la formazione professionale delle persone integrando nella formazione iniziale la dimensione digitale, imparare ad avere uno spirito di discernimento e infine imparare a costruire buone relazioni con la stampa cattolica e non.
Influencer a confronto
Interessante il Forum “Siamo di un’altra generazione: influencer a confronto”. Padre Jeffrey, dalle Filippine, e Alumera, dall’Italia, missionari digitali, hanno raccontato la loro esperienza e offerto qualche suggerimento alla vita religiosa. La Chiesa, hanno ricordato i due influencer, si adatta ai cambiamenti del tempo, la Chiesa è sempre stata creativa per rispondere alle esigenze dell’uomo. La chiamata rimane la stessa: diffondere l’amore di Cristo, cambia la modalità di comunicarlo per poter trasmettere a tutti “quell’amore che non possiamo trattenere”.
L’apporto del Dicastero della Comunicazione
Presente all’inizio dell’incontro, con un videomessaggio, anche il prefetto del Dicastero della Comunicazione Paolo Ruffini, che ha ricordato ai partecipanti che “non c'è comunicazione senza comunione e non c'è comunione senza comunicazione. Sta a noi, sta a voi, sta a tutti noi imparare il linguaggio del nostro tempo. Farci tutto a tutti per essere sempre più al servizio di una comunicazione che edifica, che mette in rete, che riparte dal cuore, dall'amore, dall'ascolto dell'altro e dalla parola che benedice”.
Collegata online anche Nata?a Govekar, a capo della Direzione Teologico-Pastorale del Dicastero per la Comunicazione. Durante la sua presentazione “Imparare a comunicare: i frutti del del Dicastero della Comunicazione” ha messo in evidenza come lo stesso Dicastero ha avviato questo progetto per far sì che la vita religiosa femminile possa rafforzare la capacità delle religiose di servire il popolo di Dio e ogni persona.
L’auspicio, “raccontare la bellezza del Vangelo”
Formazione, Networking, cambiamento sono state le tre parole chiave di questa ricca settimana di eventi che ha visto coinvolte più di 2.000 religiose, religiosi e laici. La certezza di Patrizia Morgante, coordinatrice del Progetto, è che la comunicazione “può aiutare a lasciare traccia dei nostri carismi, a raccontare la bellezza del Vangelo”. Il suo augurio alla vita religiosa è stato quello di “professionalizzarsi nell’ambito della comunicazione, creando rete, formandosi, investendo risorse economiche e umane con audacia e creatività”.
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