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Torino Spiritualità: dire di “no” per poter dialogare

Da oggi fino a domenica 30 settembre, ritorna nel capoluogo piemontese la rassegna organizzata dalla Fondazione Circolo dei lettori. In programma 120 appuntamenti con teologi, filosofi, scrittori, rappresentanti delle diverse religioni

Emiliano Sinopoli - Città del vaticano

Torino Spiritualità, giunto alla sua 14.ma edizione, in questi anni si è ritagliato uno spazio importante all’interno del panorama dei festival culturali a livello nazionale. Quest’anno il tema portante della manifestazione riflette sul tema dei “no” che pungono le coscienze, pronunciati senza ostilità per difendere tutto ciò che è umano. “Preferisco di no” , è il titolo di questa edizione, che – come sottolineano gli organizzatori - “nasce con la precisa volontà di creare uno spazio privilegiato di confronto, scambio di idee e riflessione sui grandi interrogativi dell’esistenza umana”.

Tempi opachi, no grazie

Una sezione della manifestazione, intitolata “Tempi opachi, no grazie”, si aprirà do-mani al teatro Gobetti di Torino con l’intervento del teologo e direttore del Centro studi Biblici Vannucci di Macerata, Alberto Maggi che prova a sottrarci al rimpianto con cui evochiamo le cose belle che ci paiono ormai perdute: “Più il presente appare opaco e più si diffonde una sorta di nostalgia per i bei tempi andati – spiega a Pope - epoca d’oro fatta di stagioni paradisiache e giorni perfetti. E a questa tentazione consolante bisogna dire “no”, perché la nostalgia si accompagna talvolta a una sorda rassegnazione che, spegnendo i nostri slanci, ci strappa dalle mani la possibilità di trasformare il mondo”.

Gesù ci insegna: la persona libera è quella che sa dissentire

“Lo stesso Gesù- afferma Maggi - quando sul Golgota antepose l’altrui salvezza alla propria, dissolse ogni senso egoistico”. Quando nella vita si condivide quello che si è e quello che si ha, non bisogna preoccuparsi, perché ci pensa il Padre”. “L’amore non è per la libertà o per la vita – conclude il teologo – ma per la verità che non è un deposito, ma cresce e si rafforza in relazione alla crescita dell’uomo. Avere uno sguardo sereno sul futuro, senza mai a guardarsi indietro dissente dalla nostra condizione di essere umano”.

Ascolta l'intervista a Maggi

 

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26 settembre 2018, 11:43