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2018.03.24 Francesco Papa americano 2018.03.24 Francesco Papa americano 

Da Buenos Aires a Roma nel libro: "Francesco, il papa americano"

Presentazione a Milano di "Francesco, il papa americano" di Silvina Pérez e Lucetta Scaraffia. Tra gli interventi quello del card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei. Nell'agile volumetto il profilo di Bergoglio e i primi cinque anni di pontificato di Francesco, con l’aggiunta del suo scritto "Storia di una vocazione”

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Papa Francesco è il primo Papa americano nella storia della Chiesa ed è il primo che ha scelto il nome di Francesco. Due elementi che aprono un orizzonte inedito in cui trovano spiegazione parole e gesti, a volte spiazzanti, di questi primi 5 anni del suo pontificato.

Le radici di Francesco in Argentina

Ma Francesco non s’improvvisa, affonda le radici in quel Jorge Mario Bergoglio sacerdote, gesuita, vescovo e infine cardinale nella sua Buenos Aires. Bisogna guardare a quella città argentina,  lontana da Roma, per capire a fondo la sua attenzione, da subito, ai poveri, l’insistenza sulla ‘misericordia’, la scelta dei primi viaggi, la residenza a Casa Santa Marta.
Utilissima, in questo senso, la prima parte del libro pubblicato da "Vita e Pensiero": “Francesco, un papa americano” scritta da Silvina Perez, giornalista italo-argentina dell’ "Osservatore Romano". Pagine dense ripercorrono gli anni della dittatura in Argentina e la scelta del padre Bergoglio “di agire nell’ombra per salvare più persone possibili”.

Gli anni del crisi e della povertà

E poi gli anni della grande crisi politica, sociale ed economica agli inizi degli anni 2000, che ha gettato nella povertà un popolo. Viene descritta la sua vicinanza concreta alla gente, le visite nei quartieri più miserabili, non per portare Gesù ma per incontrarlo nella persona dei poveri.
“Molti hanno fatto notare che il Pontefice è il primo Papa ad essere stato vescovo di una grande metropoli contemporanea, una metropoli attraversata da stridenti contraddizioni, come Buenos Aires, dove convivono ricchezze e povertà estreme  - dice Gian Maria Vian, direttore dell’ ”Osservatore Romano” che firma l’introduzione al volumetto - e si sa che l’arcivescovo era abituato a visitare regolarmente le ‘villas miseria’. Un’attenzione, quella ai poveri, che gli viene comunque ricordata, come ha raccontato il Papa stesso, da un suo confratello cardinale che gli stava vicino al momento dell’elezione e che gli ha detto: “Ricordati dei poveri”.

Gli emarginati di Buenos Aires

Così, si legge nel testo della Perez, è proprio nelle “zone perdute di Buenos Aires,  che l’arcivescovo Bergoglio, ha forgiato la sua pastorale della misericordia”. Ed è nel documento di Aparecida, che raccoglie i lavori della V Conferenza generale dell’episcopato latino-americano nel 2007, che si precisa la sua idea di Chiesa, più volte definita poi, da Papa, come “ospedale da campo”. La Perez scrive che il documento di Aparecida è “una sorta di manifesto delle idee del futuro papa: il primato della grazia, la misericordia, il coraggio apostolico, la visione di una Chiesa che non regolamenta la fede, ma la facilita e si ‘offre’ a tutti”.

I primi 5 anni da Papa

Da Bergoglio a Papa Francesco: è una ricostruzione quella che fa Lucetta Scaraffia, scrittrice e storica, nella seconda parte del libro “Francesco, il papa americano” dei 5 anni di Pontificato appena compiuti, che si snoda ancora a partire dalla scelta del nome. Povertà e poveri le parole più pronunciate:
“Usare il termine ‘poveri’ voleva dire riportare all’attenzione del mondo persone in carne e ossa che soffrivano qui e oggi” –scrive la Scaraffia – che prosegue: “Ha fatto un certo effetto, nella piazza San Pietro gremita per l’annuncio, sentire di nuovo parlare di poveri. Sembrava una cosa antica, e tutti hanno pensato alle grandi periferie delle città dell’America Latina dove forse il papa i poveri li aveva visti in faccia”.

I viaggi, i dialoghi

Per poi passare all’analisi dei viaggi internazionali, all’attenzione per le famiglie ferite, alle riflessioni sul ruolo della donna nella Chiesa, al dialogo con le altre religioni e con le diverse confessioni e Chiese cristiane. Per finire alle riforme della Curia, “un cantiere aperto”. Senza tacere del grande consenso, ma anche delle critiche raccolte da Papa Francesco.

Francesco, un Papa missionario

“A dover scegliere una parola per sintetizzare Papa Bergoglio, io direi solo che il Papa è un “missionario”- afferma Vian – lui ha solo un intento: quello di portare a Gesù. Lo ha detto con chiarezza estrema il 9 marzo 2013, quando ai cardinali riuniti in Conclave, ha descritto il nuovo Papa che doveva essere eletto, e che, quattro giorni dopo, sarebbe stato lui. Un uomo che aiuti la Chiesa ad ‘uscire’, uscire per annunciare il Vangelo. Poi probabilmente – conclude il direttore del quotidiano vaticano - è anche l’uomo che, come San Giovanni Paolo II ha aiutato a far cadere il muro tra Est e Ovest, forse sta aiutando a far cadere le barriere tra il Nord e il Sud del mondo.

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Da Bergoglio a Francesco nel libro: "Francesco, il papa americano"
26 marzo 2018, 12:00